Reggio, enorme giro di false fatture per spese mediche: 3 arresti e 208 indagati

guardiadifinanza15aprTre persone sono state arrestate stamattina dalla guardia di finanza nell'operazione "Ti Rimborso" che ha svelato un giro di Fatture false per spese mediche mai effettuate. Fatture che ammontavano a circa 10 milioni di euro e che poi venivano utilizzate dai contribuenti per ottenere il rimborso d'imposta. Su richiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, il gip ha disposto gli arresti domiciliari per il consulente del lavoro Eduardo Amaretti, per il titolare del "Caf-Unsic" Cosimo Maria Vittorio Spano' e per Massimiliano Morello, dipendente di una societa' che opera all'interno dello stabilimento Hitachi di Reggio Calabria. Quest'ultimo aveva il ruolo di procacciatore di clienti.

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Ad Amaretti, Spano' e Morello, il procuratore Giovanni Bombardieri, l'aggiunto Gerardo Dominijanni e il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo contestano i reati di associazione a delinquere, emissione di Fatture mediche inesistenti, dichiarazioni fiscali fraudolente e truffa ai danni dello Stato. Il gip ha disposto, inoltre, il sequestro di 24 beni immobili e 8 veicoli per un totale di 170 mila euro. Altri 700mila euro sono stati sequestrati dai conti correnti dei loro clienti. Gli indagati sono complessivamente 208 e, stando alle indagini condotte dal maggiore Giovanni Andriani e dal capitano Flavia 'Ndriollari, della Compagnia di Reggio Calabria della Guardia di finanza, hanno indebitamente ricevuto circa 2 milioni di euro di rimborsi in meno di 10 anni. Il 30% dei rimborsi, stando alle indagini, era la commissione che doveva essere pagata al titolare del Caf-Unsic Cosimo Spano', al consulente del lavoro Eduardo Amaretti e al procacciatore Massimiliano Spano'.

Sono circa 700 i contribuenti di Reggio Calabria che si sarebbero rivolti al "Caf-Unsic" finito al centro dell'inchiesta "Ti rimborso" della Guardia di finanza che stamattina ha arrestato il consulente del lavoro Eduardo Amaretti, il titolare del Caf Cosimo Maria Vittorio Spano' e Massimiliano Morello. Oltre a loro, finiti ai domiciliari, la Procura di Reggio Calabria ha iscritto nel registro degli indagati 205 persone accusate di dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture o di altri documenti per operazioni inesistenti. Oltre a scoprire ricevute fiscali false, i finanzieri hanno interrogato i medici che non solo hanno disconosciuto le loro firme e i loro timbri ma hanno dichiarato di non aver mai visitato quelli che gli inquirenti hanno definito i "furbetti delle fatture".

Accogliendo l'impianto accusatorio del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Diego Capece Minutolo, nell'ordinanza il gip Antonino Foti ha parlato un "articolato meccanismo criminale" messo in piedi dagli indagati che "operano con cadenza annuale, costante e continuativa da quasi un decennio". "L'organizzazione e' tuttora operante - scrivono i magistrati -. Nonostante gia' il numero di contribuenti coinvolti è di per sé indicativa di una vasta e capillare operativita' di Amaretti, Morello e Spano', deve ragionevolmente ritenersi che l'effettiva portata del fenomeno illecito è di gran lunga piu' vasto e preoccupante. Gli indagati hanno agito per lungo periodo dimostrando di possedere esperienza e professionalita' criminosa non comuni". Grazie all'attivita' investigativa della compagnia di Reggio Calabria della Guardia di finanza e alla sinergia con la Direzione provinciale dell'Agenzia delle Entrate potranno essere recuperare indebiti rimborsi percepiti dai contribuenti per un totale di 2 milioni di euro.