“Lacrime di sale”: la legge del mare, la dignità umana e la grande sensibilità del medico di Lampedusa Pietro Bartolo

bartolo pietrodi Fulvio D'Ascola - E' difficile dormire, non è l'aria calda di una notte di settembre, ma la simbologia degli abissi che ti ritorna in mente, immagini forti dove l'azzurro del mare si confonde con i corpi immobili, ascoltando il respiro con bombole ad ossigeno dei sub, che entrano nella stiva e con delicatezza e rispetto trascinano fuori corpi immobili, che salgono in superficie come palloncini colorati di sogni infranti.

Cadono tutti i pregiudizi, gli assurdi slogan retorico politici, il populismo che massifica idee ed etnie.
Sant'Ilario è un piccolo paese, inserito nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, una di quelle realtà che rende bella l'Italia ,dove si uniscono impegno civile silente e diffusione di solidarietà e cultura.

Lo sfondo della chiesa è un insieme di mattoni e le ombre tracciate dalle luci al led, restituiscono i contorni di un uomo che parla, che riesce a narrare una realtà che da oltre venticinque anni vive con le sue lacrime di sale.

"E' la legge del mare che ti impone di salvare la vita.." Pietro Bartolo, figlio di pescatori, anch'egli imbarcato sul peschereccio di famiglia Kennedy, Lampedusa è un graffio indelebile dentro l'anima,con le rughe del volto e gli occhi che sono i segni di troppi sguardi su corpi senza vita, ma anche di altalene tra gioia e dolore.

"Fuocoammare" ,il film documentario premiato con l'Orso d'Oro al Festival di Berlino nel 2016,squarcia il velo sul medico del poliambulatorio di Lampedusa, colui il quale visita per primo i migranti, colui il quale apre i sacchi neri che contengono i cadaveri "...il mio pensiero è sempre nell'aprire il sacco nero, chissà che non sia un bambino ed è questo che mi fa piu' male e spesso accade cosi...".

Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa riesce anche a salvare vite umane,a ricongiungere bambine alle madri, riesce a fare partorire sulla nave appena arrivata nel porto una giovane migrante. Un incontro con la gente in un sabato di settembre a Sant'Ilario dello Ionio, che lascia tracce di riflessione muta.

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Le immagini scorrono e lui parla, raccontando di incontri internazionali, di progetti cinematografici con lui protagonista,impersonato da un attore importante ed è grande la sua voglia di fare conoscere al mondo la dignità e il fattore umano. 368 vittime, nella notte tra il 2 e il 3 ottobre del 2013 al largo dell'isola dei conigli di Lampedusa,367 bare allineate ,i conti potrebbero non tornare, ma il dott. Pietro Bartolo dice "nella stessa bara c'erano una mamma ed il suo bimbo appena nato legato ancora al cordone ombelicale..." Le immagini scorrono, tra corpi distrutti da "ustioni da gommone" dove si mischiano benzina ed acqua di mare che diventa una miscela devastante,ma anche su gambe ridotte all'osso con la pelle scuoiata.

Le immagini si fermano sulla stiva di un barcone con i corpi ammassati di giovani migranti, come vittime dell'Olocausto". Storie di vite distrutte, di nuove schiavitu', immagini di un bimbo negro che nasce bianco e cordoni ombelicali con macchie di sangue "...perché il sangue è rosso, il loro sangue è come il nostro rosso...è dello stesso colore...".

Le parole del dott. Pietro Bartolo rimbalzano ancora nella mente, come il titolo del suo libro "Lacrime di sale". E' molto difficile dormire ,ma al risveglio dovremmo comprendere la fortuna che abbiamo nel vivere in una terra dove la gente vuole arrivare..e non fuggire...